Che cos'è il PIL?
Le metodologie di calcolo
25 Mag - 13:08
Il Prodotto Interno Lordo (PIL) o, in inglese, GDP (Gross Domestic Product) rappresenta il valore complessivo dei beni e servizi finali prodotti all'interno di un paese in un certo intervallo di tempo, generalmente l’anno). Il PIL può essere anche definito come il valore della ricchezza o del benessere di un paese.
Si parla di Prodotto in quanto il PIL misura il valore dei beni finali prodotti, Interno perché la definizione e il calcolo del PIL prende in considerazione il valore finale dei beni e dei servizi prodotti internamente ad un determinato paese (indipendentemente dalla nazionalità di chi li produce), a differenza del Prodotto Nazionale Lordo (PNL) che in parte è conseguito all'estero. Del PIL fanno parte i profitti realizzati dalle imprese straniere in Italia, viceversa i profitti realizzati dalle imprese italiane all'estero fanno parte del PNL italiano e del PIL dello Stato in cui hanno sede tali imprese.
Il termine Lordo invece fa riferimento al fatto che il PIL è al lordo degli Ammortamenti.
Il termine Lordo invece fa riferimento al fatto che il PIL è al lordo degli Ammortamenti.
Esistono tre diverse metodologie per calcolare tale grandezza. La prima, chiamata "Metodo della Spesa", permette di ottenere il PIL attraverso la somma dei Consumi (spesa delle famiglie in beni durevoli, beni di consumo e servizi), degli Investimenti (spesa delle imprese e delle famiglie in immobili) della Spesa Pubblica e delle Esportazioni nette (differenza fra esportazioni ed importazioni).
Il secondo criterio si basa sul "Metodo del Valore Aggiunto". Il PIL in questo caso viene quantificato sommando i valori dei Beni e dei Servizi prodotti dalle imprese. Per eliminare tutte le duplicazioni che intervengono nella catena del valore di un bene, ad ogni stadio della produzione viene contabilizzato, come parte del PIL, solo il valore aggiunto al bene in questione in quello specifico stato della produzione. Il Valore Aggiunto può essere quindi definito come la differenza tra il ricavo ottenuto dalla vendita e la somma pagata per l’acquisto delle materie prime e dei semilavorati utilizzati nel processo produttivo.
L’ultimo metodo, che può essere utilizzato per la misurazione del PIL, è invece il "Metodo dei Redditi". Il Prodotto Interno Lordo può essere, infatti, ottenuto come somma delle Retribuzioni e dei Redditi da Capitale. Quello che però è altrettanto importante sottolineare è che questi tre metodi conducono tutti al medesimo risultato.
Un ultima distinzione che si può fare parlando di PIL è quella tra PIL nominale e quello reale. Il PIL è nominale in quanto misura il valore finale della produzione in un certo periodo ai prezzi di quel periodo (prezzi correnti) questo vuol dire che il valore della ricchezza di una determinata nazione in un determinato periodo risente dell’inflazione, cioè del fenomeno dell’aumento costante dei prezzi. Il PIL reale viceversa esprime un valore reale della produzione di beni e servizi, sterilizzato dall'effetto dell'inflazione e misura la produzione in termini di effettivo potere d’acquisto della collettività. Per passare dal PIL monetario al PIL reale è necessario eliminare le conseguenze sui prezzi dovute al tasso d’inflazione.
Una crescita inattesa del PIL ha degli effetti positivi sui mercati azionari poiché comporta un incremento degli utili aziendali e quindi dei prezzi dei titoli. Un aumento eccessivo e non previsto del PIL può tuttavia avere anche un effetto contrario sulle piazze azionarie, dal momento che un’espansione troppo forte dell'economia rischia di alimentare la spirale dell'inflazione. Per queste molteplici ragioni l'andamento del PIL rappresenta una misura chiave nello scenario macroeconomico di un paese e viene dunque monitorato con grande attenzione dagli operatori finanziari.
Un ultima distinzione che si può fare parlando di PIL è quella tra PIL nominale e quello reale. Il PIL è nominale in quanto misura il valore finale della produzione in un certo periodo ai prezzi di quel periodo (prezzi correnti) questo vuol dire che il valore della ricchezza di una determinata nazione in un determinato periodo risente dell’inflazione, cioè del fenomeno dell’aumento costante dei prezzi. Il PIL reale viceversa esprime un valore reale della produzione di beni e servizi, sterilizzato dall'effetto dell'inflazione e misura la produzione in termini di effettivo potere d’acquisto della collettività. Per passare dal PIL monetario al PIL reale è necessario eliminare le conseguenze sui prezzi dovute al tasso d’inflazione.
Una crescita inattesa del PIL ha degli effetti positivi sui mercati azionari poiché comporta un incremento degli utili aziendali e quindi dei prezzi dei titoli. Un aumento eccessivo e non previsto del PIL può tuttavia avere anche un effetto contrario sulle piazze azionarie, dal momento che un’espansione troppo forte dell'economia rischia di alimentare la spirale dell'inflazione. Per queste molteplici ragioni l'andamento del PIL rappresenta una misura chiave nello scenario macroeconomico di un paese e viene dunque monitorato con grande attenzione dagli operatori finanziari.
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