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Il 2011 è stato un anno agitato per il fotovoltaico in Italia, con la morte inattesa e prematura del terzo conto energia, sostituito dal quarto. Da giugno del 2011 per chi installa i pannelli per produrre elettricità dal sole gli incentivi sono stati ridotti e continueranno a calare, fino a essere eliminati del tutto entro il 2017. Se negli ultimi mesi del 2011 la riduzione è stata graduale, da gennaio del nuovo anno è scattato il taglio più corposo.
Per dare un’idea, un impianto da 3 kW fino a maggio 2011 era premiato con 0,43 euro a chilowattora, da giugno la tariffa incentivante è stata portata a 0,387 euro a kWh e limata ogni mese fino ad arrivare a 0,298 euro/kWh a dicembre, mentre da gennaio 2012 ci si deve accontentare di 0,274 euro/kWh e un nuovo taglio scatterà da giugno di quest’anno. Con un incentivo così dimagrito, conviene ancora investire in un impianto fotovoltaico? È quanto ha verificato il Salvagente, che nel numero in edicola da giovedì 16 febbraio pubblica un approfondimento condotto con l’aiuto della testata specializzata nelle energie rinnovabili Qualenergia.it.
Ottenendo una risposta sorprendente: l’investimento adesso è più conveniente di prima. Se gli incentivi sono calati, i prezzi degli impianti sono scesi ancora più velocemente. Nel 2008 un piccolo impianto da 3kW si pagava 6.500-7.000 euro al kW (installato “chiavi in mano”), a maggio 2011 i prezzi si aggiravano sui 3.500-4.200 euro, ora, siamo tra i 3.200 e i 3.700 euro per kW. Nella pratica questo significa che, essendo minore la spesa per l’impianto, anche con gli incentivi ridotti, i tempi di ritorno si sono accorciati: per un piccolo impianto da 3 kW un paio d’anni fa si parlava di 8-9 anni per rifarsi della spesa, oggi mediamente i tempi di ritorno dell’investimento si aggirano sui cinque anni e mezzo e al sud si riesce a scendere fino a quattro e mezzo.
Tutti dati che potete consultare nelle tabelle che vi anticipiamo. Sono ipotesi di investimento per impianti su edificio da 3 kW e da 20 kW: un taglio, il primo, sufficiente per un appartamento; il secondo, più comune in piccoli condomini (6-7 appartamenti, capannoni, piccole aziende). In entrambi i casi ipotizziamo che gli impianti possano entrare in esercizio nel primo semestre del 2012 e che siano realizzati in regime di scambio sul posto, ossia: si prende la tariffa incentivante del conto energia su tutta l’energia prodotta, che la si consumi o meno, e in più si ha un risparmio in bolletta dato dall’autoconsumo o dall’energia in eccesso che si rivende alla rete a prezzi di mercato.
I costi medi per kW installato, considerati facendo una media delle rilevazioni compiute da Qualenergia.it, sono di circa 3.400 euro per gli impianti da 3 kW e scendono fino a circa 2.500 per impianti da 20 kW. Indicativamente dunque un impianto da 3 kW viene a costare intorno ai 10000 euro, mentre un impianto da 20 kW circa 50.500. Cifre importanti per le quali però si può comunque sempre ricorrere a finanziamenti bancari: i tassi praticati al momento sono attorno al 7-7,5% per gli impianti più piccoli e attorno al 5% per quelli da 20 kW.
La resa dell’investimento d’altra parte è sicura e attraente. A Milano l’impianto da 3 kW tra incentivo e risparmio in bolletta rende circa 1.600 euro l’anno: in 20 anni fanno oltre 32000 euro, che a Roma grazie al sole più cocente diventano circa 40000 e aPalermo 44000. Ancora più redditizio l’impianto da 20 kW: rende dai 195000 euro del Nord ai 267000 della Sicilia. Le entrate, per entrambi i tagli, lo specifichiamo, sono calcolate su 20 anni di durata dell’incentivo, cui dunque andrebbe aggiunto il risparmio in bolletta di cui si potrà usufruire anche dopo questo periodo, dato che l’impianto funziona per almeno 25-30 anni.
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Sorpresa: il fotovoltaico conviene più di prima
Nel numero in edicola da giovedì 16 febbraio, il Salvagente pubblica un'inchiesta sul mercato dell'energia fotovoltaica. Il governo ha dato una sforbiciata agli incentivi fiscali, ma nel frattempo i costi degli impianti sono scesi anche più velocemente. E così, chi investe nel solare potrà rientrare nella spesa in tempi più brevi
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Per dare un’idea, un impianto da 3 kW fino a maggio 2011 era premiato con 0,43 euro a chilowattora, da giugno la tariffa incentivante è stata portata a 0,387 euro a kWh e limata ogni mese fino ad arrivare a 0,298 euro/kWh a dicembre, mentre da gennaio 2012 ci si deve accontentare di 0,274 euro/kWh e un nuovo taglio scatterà da giugno di quest’anno. Con un incentivo così dimagrito, conviene ancora investire in un impianto fotovoltaico? È quanto ha verificato il Salvagente, che nel numero in edicola da giovedì 16 febbraio pubblica un approfondimento condotto con l’aiuto della testata specializzata nelle energie rinnovabili Qualenergia.it.
Ottenendo una risposta sorprendente: l’investimento adesso è più conveniente di prima. Se gli incentivi sono calati, i prezzi degli impianti sono scesi ancora più velocemente. Nel 2008 un piccolo impianto da 3kW si pagava 6.500-7.000 euro al kW (installato “chiavi in mano”), a maggio 2011 i prezzi si aggiravano sui 3.500-4.200 euro, ora, siamo tra i 3.200 e i 3.700 euro per kW. Nella pratica questo significa che, essendo minore la spesa per l’impianto, anche con gli incentivi ridotti, i tempi di ritorno si sono accorciati: per un piccolo impianto da 3 kW un paio d’anni fa si parlava di 8-9 anni per rifarsi della spesa, oggi mediamente i tempi di ritorno dell’investimento si aggirano sui cinque anni e mezzo e al sud si riesce a scendere fino a quattro e mezzo.
Tutti dati che potete consultare nelle tabelle che vi anticipiamo. Sono ipotesi di investimento per impianti su edificio da 3 kW e da 20 kW: un taglio, il primo, sufficiente per un appartamento; il secondo, più comune in piccoli condomini (6-7 appartamenti, capannoni, piccole aziende). In entrambi i casi ipotizziamo che gli impianti possano entrare in esercizio nel primo semestre del 2012 e che siano realizzati in regime di scambio sul posto, ossia: si prende la tariffa incentivante del conto energia su tutta l’energia prodotta, che la si consumi o meno, e in più si ha un risparmio in bolletta dato dall’autoconsumo o dall’energia in eccesso che si rivende alla rete a prezzi di mercato.
I costi medi per kW installato, considerati facendo una media delle rilevazioni compiute da Qualenergia.it, sono di circa 3.400 euro per gli impianti da 3 kW e scendono fino a circa 2.500 per impianti da 20 kW. Indicativamente dunque un impianto da 3 kW viene a costare intorno ai 10000 euro, mentre un impianto da 20 kW circa 50.500. Cifre importanti per le quali però si può comunque sempre ricorrere a finanziamenti bancari: i tassi praticati al momento sono attorno al 7-7,5% per gli impianti più piccoli e attorno al 5% per quelli da 20 kW.
La resa dell’investimento d’altra parte è sicura e attraente. A Milano l’impianto da 3 kW tra incentivo e risparmio in bolletta rende circa 1.600 euro l’anno: in 20 anni fanno oltre 32000 euro, che a Roma grazie al sole più cocente diventano circa 40000 e aPalermo 44000. Ancora più redditizio l’impianto da 20 kW: rende dai 195000 euro del Nord ai 267000 della Sicilia. Le entrate, per entrambi i tagli, lo specifichiamo, sono calcolate su 20 anni di durata dell’incentivo, cui dunque andrebbe aggiunto il risparmio in bolletta di cui si potrà usufruire anche dopo questo periodo, dato che l’impianto funziona per almeno 25-30 anni.
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