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Il Padre Nostro

Padre nostro che sei nei cieli, sia santificato il tuo nome, venga il tuo regno, la tua volontà sia fatta sulla terra come in cielo. Dacci oggi il nostro pane quotidiano, e rimetti a noi i nostri debiti come noi li rimettiamo contro di noi, e non ci indurre in tentazione, ma liberaci dal male. Amen.

AMEN

AMEN
Non sono un gran credente....ma credo in qualcosa superiore all'uomo....la conferma è una preghiera di migliaia d'anni fa.....l'uomo nonostante tutto è ancora fermo al Pane quotidiano e ai Debiti....abbiamo migliorato ed inventato molto ....tranne le cose più Importanti. SAPO.

lunedì 16 aprile 2012

Finanza Creativa , i 9 Fratelli il mercato e i derivati .

9 Banche per 9 fratelli
( di Federico Maffei de il Borghese 2011 )


Vi riporto il sunto di un articolo della Rivista il Borghese gennaio 2011 ma sempre più di attualità , seguirà una breve spiegazione dei derivati finanziari e della Finanza creativa ed un mio commento di come potrebbe andare.............





Adesso,finalmente,tutto è più chiaro.
Ricordate la celebre frase che Rinaldo Arpisella , portavoce della " Capa " degli Industriali Emma Marcegaglia ,pronunciò nel corso di una conversazione telefonica con il vicedirettore de Il Giornale Nicola Porro ?

" C'è un cerchio sovrastrutturale superiore che ci piscia tutti in testa " disse, infatti,in quell'occasione il sibillino Arpisella all'ingenuo e poco informato Porro per fargli capire che i destini del mondo vengono decisi da pochissime persone , nel chiuso di stanze inaccessibili e di cui i comuni mortali ignorano persino l'esistenza.

Oggi sappiamo che il cerchio sovrannaturale esiste davvero .

Naturalmente qui non si parla dei Protocolli dei savi di Sion , della massoneria vista come setta satanica , degli "Illuminati di Baviera " e di altre analoghe cazzate in libertà .
 Anche se non esistono gruppi iniziati incappucciati che si riuniscono in logge super segrete e praticano oscuri riti esoterici ma ,più banalmente, dei distinti signori in grisaglia dediti a più prosaici e redditizi riti finanziari , il risultato, ad ogni buon conto non cambia.

Il Grande fratello esiste , eccome !

Anzi , ad essere più precisi e circonstanziati , i fratelli in questione sono nove e si riuniscono, in gran segreto, in un appartato ufficio di New York.

I capi di alcune delle Banche più grandi e potenti del mondo , in tutto nove , come aveva svelato il  New York Times , si riuniscono a Manhattan ogni terzo mercoledì di ogni mese , per decidere le strategie che consentono loro di assicurarsi il controllo e la floridezza del mercato che più preoccupa il Governo USA,e di passaggio in passaggio , visti gli effetti devastanti per i singoli cittadini del mondo della crisi finanziaria globale, anche ciascuno di noi : Il Mercato dei Derivati .


Il New York Times ha scritto che i capi delle nove Banche non soltanto hanno il " comune obiettivo di proteggere gli interessi delle loro aziende nell' immenso mercato dei derivati , che è uno dei più profittevoli,e controversi , territori della finanza ", ma condividono anche un segreto comune : i dettagli dei loro incontri , perfino i loro stessi nomi , sono stati tenuti segreti .

Ma il giornale li ha rivelati :  Thomas J.Benison                  JP Morgan Chase
                                                 
                                                 James J. Hill                           Morgan Stanley
                                                  
                                                 Athanassios Diplas                 Deutsche Bank


                                                  Paul Hamill                             UBS


                                                  Paul Mitrokostas                   Barclayes


                                                  Andy Hubbard                        Credit Suisse


                                                  Oliver Frakel                          Goldman Sachs


                                                   Ali Balali                                Bank of America


                                                   Biswarup Catterjee               Citigroup


5 banche Americane 1 Tedesca 1 Inglese e 2 Svizzere .


Ma come il giornale Americano è venuto a conoscenza del fatto ?


A dare corpo all'indagine , a quanto si sa , sono state le testimonianze fra gli alti funzionari di Bank New York Mellon , fondata nel 1784 , che hanno consentito come la loro richiesta di entrare nel club del mercoledì  che porta il nome di ICE TRUST sia stata rifiutata dai nove banchieri sulla base della convinzione che " la domanda non era sostenuta da un sufficiente volume di scambi di derivati  durante l'anno"

"Il vero motivo per cui ci hanno tenuti fuori è la volontà di mantenere alti margini di profitto e di non condividere con altri la redazione delle regole che governano questo tipo di scambi "

Quindi..........tutte le altre banche ??????


Quindi ........non è che sono cariche di Finanza Creativa ed indebitate con i Fratellini ????


Quindi ........i 270 miliardi di Euro che hanno preso le banche Italiane , servono per coprire i buchi della Finanza Creativa dei Fratellini o li immetteranno nel circuito nazionale ?




Ed altre domande verrano al pettine prima o poi .................








Ora cerchiamo di capire qualcosina su questa benedetta Finanza Creativa ed i Derivati .







COSA SONO I DERIVATI



derivati (o, più propriamente, gli strumenti finanziari derivati) nell’epoca che viviamo rappresentano il mezzo di speculazione finanziaria col più significativo impatto per l’intera economia mondiale.
La loro enorme diffusione, consolidatasi soprattutto nei primi anni dopo il duemila, si è avuta  attraverso i grandi soggetti della finanza internazionale, i quali, per mezzo dei derivati, hanno scaricato le conseguenze della grave crisi globale attualmente in atto sui settori produttivi dell’economia reale (le imprese) e sugli enti pubblici (quindi, in fin dei conti, sulla stessa collettività).
Come si evince dal loro stesso etimo, i contratti su strumenti finanziari derivati derivano il loro valore da altri beni o prodotti che ne formano il substrato sottostante.
In particolare, un derivato ha ad oggetto una previsione (o, per meglio dire, una scommessa) su indici di prezzo di determinate attività finanziarie di varia tipologia (ad esempio, quotazioni di titoli, tassi d’interesse, valute, merci, ecc.) e giusto dall’andamento di tali indici esso trae il proprio valore.
Esistono diverse tipologie di derivati: SwapOptionsFuturesForwards e altri ancora, ciascuno dei quali presenta una propria peculiarità.
Secondo recenti stime operate da Banca d’Italia, il valore di mercato complessivo (il cosiddetto mark-to-market) dei derivati attualmente detenuti da famiglie, imprese ed enti locali nel nostro Paese si aggirerebbe attorno a circa 60 miliardi di euro: tale valore corrisponde a quanto detti operatori, considerati nel loro insieme, dovrebbero versare alle banche qualora oggigiorno decidessero di dismettere le operazioni sui derivati.
Dati i numeri, si può comprendere come la problematica dei derivati rivesta un impatto sulla nostra vita reale decisamente sottovalutato dall’opinione pubblica, anche per via di un silenzio quasi assordante dedicato dai mezzi di informazione di massa alla questione in discorso.
Questo sito, curato da Giuseppe Angiuli (avvocato civilista), intende offrire materiali e spunti di riflessione a tutti gli interessati attorno alla questione degli strumenti derivati, provando a fornire anche delle possibili  ipotesi di soluzione a favore dei soggetti che dovessero, loro malgrado, essere incappati in tale insidioso meccanismo.
* * * * *

Alcuni esempi di derivati

INTEREST RATE SWAP

E’ una delle forme più diffuse di derivato finanziario.
Nel suo caso, l’elemento sottostante è costituito dall’andamento dell’indice di un tasso di interesse.
Le due parti (la banca ed il cliente) si obbligano ad effettuare dei reciproci pagamenti, secondo un piano di scadenze concordate, sulla base di un differenziale tra due tassi di interesse diversi (di solito uno fisso ed uno variabile) entrambi applicati ad un determinato capitale nozionale di riferimento.
In linea teorica, una impresa può essere interessata a stipulare un contratto IRS per contrastare o eliminare l’incertezza legata ad un debito contratto a tassi variabili, specie in un contesto previsionale di ipotetico rialzo dei tassi: in tal caso, il prodotto dovrebbe assolvere alla cosiddetta  funzione di copertura.
Spesso però nella pratica si è riscontrato che le banche abbiano venduto dei prodotti IRS di scarsa o di nessuna utilità per il cliente (impresa o ente pubblico).
Ad esempio, nel recente periodo triennale di tendenza al ribasso dei tassi, molti clienti sono stati paradossalmente penalizzati dal fatto di avere negoziato un IRS che, nonostante il fine dichiarato fosse quello di proteggerli da un rischio di rialzo dei tassi, li ha infine costretti a pagare alle banche dei cospicui differenziali tra il tasso fisso imposto dalla controparte e il tasso effettivo vigente al momento della scadenza (o delle scadenze) dei singoli flussi.

COMMODITY SWAP

Il commodity swap è un derivato collegato al prezzo di una merce o materia prima.
Le due parti (la banca e il cliente) si accordano per scambiarsi tra loro un prezzo fisso concordato contro un prezzo variabile, da determinarsi sulla base di parametri collegati  al costo futuro della merce o materia prima sottostante.
Durante l’efficacia del contratto ed alla fine di ogni periodo di riferimento, si possono presentare due distinte situazioni:
il prezzo variabile è più alto del prezzo fisso: la controparte pagatrice del prezzo variabile corrisponderà il differenziale, se positivo, tra prezzo variabile e prezzo fisso moltiplicato per la quantità per il periodo di riferimento.
il prezzo variabile è più basso del prezzo fisso: la controparte pagatrice del prezzo fisso corrisponderà il differenziale, se positivo, tra prezzo fisso e prezzo variabile moltiplicato per la quantità per il periodo di riferimento.
La funzione del commodity swap dovrebbe essere quella garantire il cliente dal rischio di oscillazione del prezzo di un determinato bene. Detto prodotto può essere funzionale sia a chi agisce su un mercato con funzione di venditore (ad esempio, un produttore di un bene alimentare) e voglia garantirsi dal rischio di eccessivo ribasso del prezzo di una merce e sia a chi agisce come importatore/acquirente di una determinata materia prima (ad esempio, petrolio, rame, ecc.) e voglia tutelarsi dal rischio di eccessivo rialzo del prezzo della stessa commodity.
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Quanti derivati abbiamo nella pancia del nostro debito pubblico?


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 Ad oggi il nozionale complessivo di strumenti derivati a copertura di debito emessi dalla Repubblica italiana ammonta a circa 160 miliardi di euro, a fronte di titoli in circolazione, al 31 gennaio 2012, per 1.624 miliardi di euro.







RIVELAZIONI. Marco Rossi Doria: quanti derivati nel debito italiano

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06 aprile 2012
Il sottosegretario fornisce per la prima volta dati inediti
Nella seduta del 15 marzo scorso, opportunamente ripresa oggi da Linkiesta, il sottosegretario alla Ricerca e all'Istruzione Marco Rossi Doria, rispondendo a un'interrogazione dell'onorevole Antonio Borghesi (Idv) ha per la prima volta fornito qualche dato sulla composizione del debito italiano. Una risposta da cui si evince che prima ancora dei pensionati, del mercato del lavoro e altro, il problema vero è la troppa spazzatura su cui si è investito dal 1995 al 2005. Insomma stiamo pagando tasse in più per rimborsare Morgan Stanley e altre banche. Leggere lo stenografico, di cui comunque forniamo un estratto qui di seguito, e l'articolo dell'Inkiesta.








                                             

2 commenti:

renzo sipos ha detto...

Lascia un tuo commento , mi sarà utile....Grazie !!!!!

Anonimo ha detto...

L'unica soluzione, a mio avviso, è la denuncia e rigetto dei titoli spazzatura non effettuando il rimborso.
Altra cosa importante da fare a livello internazionale sarebbe quella di non permettere i futures mantenendo così i prezzi all'origine.
L'inazione è indice di connivenza dei goveerni con le banche.
Giorgio